Abbiamo cominciato scacciando i talebani, con le femministe di turno che esultavano perchè finalmente sarebbero spariti i burka. Poi si è cominciato a parlare di peace-keeping (il che presume che se si vuole mantenere la pace debba esserci di già..) e di ricostruzione e bla bla bla. Poi polemiche sulle regole di ingaggio: gente che spara ai nostri soldati nascosta tra donne e bambini e questi che avrebbero dovuto fare i boy scout perchè ufficialmente non siamo in guerra. Poi più un bel niente. Si parlava dell'Afghanistan in maniera asettica che più non si può: le previsioni del tempo in confronto parevano una saga epica. Tutto bello tutto bene anzi meglio. Poi, a leggere tra le righe, si intuisce che le cose così bene non vanno: si parla di sacche di resistenza, offensive in grande stile e via dicendo. Comunque, pareva che gli afghani non vedessero l'ora di diventare l'ennesima stella della bandiera U.S.A. o U.E. Invece pare che la nostra stampa, sempre al servizio del cittadino e della democrazia, non sempre ce l'avesse raccontata giusta nei mesi passati: tant'è vero che questo articolo cita un rapporto pubblicato lo scorso settembre. Cmq, se volete tenervi informati un po' di più su quel che succede al mondo vi segnalo due sitarelli simpatici: Peace Reporter, dichiaratamente pacifista ma mai fazioso, e questo Security and Development Policy Group.
Ciriciao a tutti.
Nessun commento:
Posta un commento